Olimpiadi 2026 e quel logo che in tanti non possono vedere

Oggi desideriamo dedicare il nostro spazio in primo piano ad un interessante articolo, segnalatoci da AIAS di MILANO Onlus, nostro partner per i corsi rivolti alla gestione dei visitatori con disabilità. La seconda edizione del corso dedicato al turismo accessibile si è conclusa proprio ieri e il tema del logo di Cortina 2026 è stato al centro di un proficuo momento di confronto tra Gabriele Favagrossa, formatore senior di AIAS, e i partecipanti. Si è parlato dell’importanza dell’accessibilità della comunicazione, tema cruciale anche per le guide quando promuovono le loro iniziative. Se la comunicazione non è accessibile, molti non la vedranno. Ci sono 217 milioni di ipovedenti nel mondo che, pertanto, non vedranno o vedranno a fatica il logo delle Olimpiadi 2026!
Ecco, di seguito, l’articolo pubblicato in data odierna da LEDHA, organizzazione costituita da 9 coordinamenti territoriali e 19 associazioni lombarde a valenza regionale che difende e promuove i diritti delle persone con disabilità.

È “Futura” il logo scelto per le Olimpiadi e delle Paralimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. La forma del logo è stata ispirata alla possibilità di tracciare con un unico gesto del dito il numero “26”. Una bella scelta dal punto di vista estetico e del design. Ma la scelta di realizzare un’immagine e una scritta (“Milano Cortina 2026”) color grigio chiaro su sfondo bianco (a richiamare l’idea di un disegno tracciato sulla neve) rende il logo inaccessibile alle persone ipovedenti.
A causa dello scarso contrasto tra testo e sfondo, infatti, una persona ipovedente non riesce a percepire i contorni della scritta “26” e nemmeno la scritta “Milano Cortina 2026”. Ma solo l’iconica immagine con i cinque cerchi olimpici, simbolo dei Giochi.
Diversa la questione per il logo delle Paralimpiadi, dove il “26” si trasforma e il grigio lascia spazio ai colori dell’aurora boreale. Come riporta il Corriere della Sera  la gestazione del logo paralimpico “non è stata semplice” perché le “sfumature” (sic) di bianco del logo “Futura” non erano percettibili alle persone ipovedenti. Purtroppo, la stessa attenzione non è stata posta alla scritta “Milano Cortina 2026”: di nuovo la scelta di usare un testo grigio su fondo bianco la rende illeggibile alle persone ipovedenti.
Per l’ennesima volta, siamo di fronte a un esempio di cattiva progettazione non rispettosa dei principi dell’Universal Design. Principi affermati dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e che prevedono la “progettazione di prodotti, strutture, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate”.
C’è poi un’altra domanda a cui non riusciamo a darci una risposta: perché rendere accessibile solo il logo delle Paralimpiadi e non quello delle Olimpiadi? Il nostro timore è che dietro questa scelta ci sia un “pre-giudizio”: considerare l’accessibilità un tema che riguarda solo le persone con disabilità. E di conseguenza anche le Paralimpiadi un evento sportivo “di disabili” e “per i disabili”. Quando invece l’accessibilità è un tema che riguarda tutta la società nel suo complesso, perché una società che abbatte le barriere (fisiche e non solo) è una società migliore e più accogliente per tutti i suoi cittadini: quelli più fragili, quelli “temporaneamente fragili” e quelli che diventeranno fragili con il passare del tempo (LEDHA Milano).
*L’immagine a corredo di questo articolo rappresenta una simulazione di come il logo “Futura” delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 può essere percepito da molte persone ipovedenti

 

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